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La rete manipolatoria del narcisista maligno




Manipolatori, freddi e calcolatori, capaci di sottomettere la loro vittima fino a controllarla completamente o ad ucciderla se si sentono abbandonati. È da diverso tempo che si sente parlare di narcisismo, di narcisismo maligno, di manipolazione affettiva e dei pericoli che derivano da una relazione con soggetti che hanno questo tipo di personalità.

Molte sono le opinioni e le considerazioni che si ascoltano, ma è necessario fare chiarezza tra concetti che si mescolano e che talvolta creano confusione invece di aiutare a chiarire le idee. Il narcisismo di per sé non è una patologia quando presenta tratti sani, cioè caratteristiche che ruotano intorno al principio della

coerenza.


Cosa significa però essere coerenti ed avere tratti sani di narcisismo? Significa possedere obiettivi chiari, senso di identità stabile, amare sé stessi e rispettare gli altri, prendere le proprie responsabilità, valorizzare le relazioni e riconoscere i successi altrui, accettando feedback sinceri e non sempre positivi. Significa quindi tifare per sé stessi ma rispettare gli altri.

Accade però che il funzionamento di personalità di alcuni soggetti da funzionale diventi disfunzionale e che da un narcisismo sano si passi a quello patologico, caratterizzato dal principio dell’incoerenza.

In questo caso il soggetto, ha obiettivi chiari, ma manipola chi ha di fronte per raggiungerli, possiede senso di identità instabile, ama sé stesso denigrando gli altri, elogia i propri successi come suo merito e

se sconfitto attribuisce le responsabilità ad un fattore esterno, sfrutta le relazioni a proprio vantaggio e non percepisce i bisogni di chi ha di fronte, dimostrando di non avere empatia. Mentre la persona sana ha una buona autostima e non ha bisogno di manipolare gli altri, il narcisista esaspera un’autostima che non

possiede e necessita degli altri per poterla esibire e fortificare. Pertanto


quando si sviluppa un disturbo narcisistico di personalità, inserito nel Cluster B del DSM-V, si profila un soggetto che ha un grandioso senso di importanza e si aspetta di essere considerato superiore e migliore degli altri; un soggetto che possiede fantasie di successo e potere, crede di essere speciale, di avere diritto a trattamenti di favore e di essere soddisfatto immediatamente. Inoltre è spesso invidioso, arrogante, presuntuoso e manipolatore.

Bisogna però dire che non esiste un solo tipo di narcisismo, ma esistono i narcisisti. Esistono infatti i narcisisti overt cioè “scoperti”, caratterizzati da esibizionismo, dominio, euforia, superiorità, freddezza, distacco e perfezionismo.

Ci sono poi i narcisisti covert cioè “coperti” che si presentano come timidi, inibiti, vulnerabili, ipersensibili alle critiche, ansiosi, timorosi del rifiuto, apparentemente imbarazzati e che si sentono distanti dagli altri.

La clinica insegna che non vi è una netta separazione tra narcisisti overt e covert. Pertanto tratti dell’uno e dell’altro si mescolano creando personalità narcisistiche davvero complesse, che possono arrivare fino al narcisismo maligno, la forma patologica più grave perché caratterizzata da chi arriva a commettere omicidi pur di mantenere controllo sugli altri e annullare il livello di frustrazione che gli procura l’abbandono. La cronaca nera di questi ultimi anni ha portato in auge diversi casi di omicidi che hanno visto come protagonisti narcisisti maligni. A p artire da Benno Neumair, identificato come narcisista maligno di tipo overt, con una personalità incentrata sulla bellezza, il successo e l’ostentata perfezione che il ragazzo cerca di mostrare, quando in realtà ciò che palesa è una maschera, una finzione costruita per essere accettato ed ammirato. Ma la realtà è ben altra. Il suo Io interiore, così come confermano le perizie effettuate dopo l’arresto, è caratterizzato da fragilità, paura dell’abbandono e del giudizio degli altri, forte controllo di tutto e di tutti e rabbia, moltissima rabbia accumulata che lo ha portato ad uccidere i suoi genitori, diventati per lui un nemico da eliminare perché lo ostacolavano. Invece Antonio De Marco, uccisore dei due fidanzati leccesi con i quali condivideva lo stesso appartamento, è un narcisista maligno di tipo covert. Timido, introverso e apparentemente disponibile, ha nutrito invidia e rabbia verso i due ragazzi, considerati una coppia perfetta, un prototipo di relazione amorosa da lui desiderata ma ben lontana dalla realtà. Per questo motivo la felicità altrui non può essere accettata e diventa una fonte di grande frustrazione e rabbia. De Marco ha agito con intenzione, lucidità e capacità di intendere e di volere, così come lo ha fatto Benno Neumair. Molti sono gli esempi che si potrebbero riportare e che continuano ad allungare l’elenco delle vittime che finiscono nella rete di un narcisista di tipo maligno.


È di poche settimane fa il caso che sta ancora sconvolgendo l’opinione pubblica e che vede come protagonista Filippo Turetta, ex fidanzato di Giulia Cecchettin, uccisa con ferocia, lucidità e freddezza da chi diceva di amarla. Ancora non è possibile tracciare con certezza il profilo di funzionamento di personalità di Turetta, ma ciò che sta emergendo dalle carte e dalle testimonianze di chi lo conosce e che ha visto la nascita, lo sviluppo e la fine della relazione con Giulia Cecchettin, non è difficile pensare che ci si troverà di fronte ad una personalità narcisistica di tipo maligno. Il Turetta presenta infatti molti tratti che caratterizzano il narcisista. In particolar modo sotto alla veste di un ragazzo perbene, timido e

premuroso si nasconde quella di una personalità fredda, manipolatoria in grado di creare un grande senso di colpa in Giulia che si sentiva in dovere di non abbandonarlo. Ed è proprio in questa emozione che il Turetta si muoveva, tenendo legata Giulia con paure e sottomissione. Ma le indagini sono ancora in corso e non è possibile esprimersi in modo certo su ciò che è in fase di definizione. Quando e se verrà richiesta una perizia dagli avvocati del Turetta, sarà possibile capire se tali considerazioni appartengono ai fatti.

Per ora ciò che merita di essere approfondito è capire cosa accade quando si incontra un narcisista maligno.


Una delle caratteristiche principali di questi soggetti è la capacità di essere una ragnatela di manipolazione nella quale la vittima cade senza nemmeno rendersene conto. L’ambito in cui si manifesta maggiormente questo tratto è quello delle relazioni, soprattutto quelle di tipo amoroso. È infatti in questo nodo che il narcisista maligno si insedia, lavorando giorno dopo giorno, riuscendo a convincere la vittima di essere “perfetto”, desiderabile, per poi farla cadere in un vortice di manipolazione, senso di colpa e sottomissione.

La vittima è infatti convinta di aver incontrato una persona gentile, premurosa, attenta ai minimi dettagli che si interessa della sua vita, ricoprendola di attenzioni, regali e telefonate. È questo il momento più pericoloso, la fase denominata “love bombing”, il momento in cui la vittima è convinta di aver vinto, di aver conosciuto la persona dei suoi sogni con cui costruire un futuro insieme. Ed i narcisisti maligni sono molto bravi a far credere proprio questo. Fanno promesse, anticipano i bisogni della loro vittima facendola sentire protetta ed al sicuro. La vita di questi soggetti diventa quella delle vittime e viceversa e la sensazione è quella di credere sempre di più in questa relazione, investendo tutte le energie. Ed è a questo punto che le cose cambiano radicalmente.

Il narcisista maligno inizia a muoversi tra comportamenti positivi e negativi, spostandosi da corteggiamenti e galanterie a freddezza, assenze per giorni, incostanza, aggressività e gelosia. Questa modalità mette in atto nella vittima una serie di meccanismi mentali che la portano a cadere sempre più in un baratro di dipendenza e di manipolazione. La vittima continua a cercare la persona che ha conosciuto, trovando tutti gli aspetti positivi e cercando di annullare quelli negativi. Il risultato però è ben distante dalle aspettative. Ciò che accade è che il narcisista maligno ha messo in atto il suo giochetto manipolatorio, riuscendo a invischiare sempre di più la vittima nelle sue manipolazioni, facendola diventare succube, controllata e pervasa dal senso di colpa.

La situazione per la vittima è ormai difficile da controllare. Il desiderio di stare con la persona amata però è ancora forte e la mente cerca in tutti i modi di trovare delle soluzioni per continuare quella relazione nella quale non sta bene ma sente di essere la responsabile dei comportamenti negativi di chi ha di fronte. Ed è a questo punto che scatta la dipendenza, l’impossibilità di lasciare la persona amata perché si teme di causarle troppo dolore. La vittima inizia così a soffrire molto perché si rende conto che vorrebbe chiudere la relazione ma non sa come fare. La gelosia iniziale è diventata controllo ossessivo e impossibilità di fare qualsiasi cosa.

Il narcisista infatti vuole sapere costantemente ciò che fa la vittima, controllando ogni spostamento con chiamate o pretendendo fotografie, filmati di ciò che sta facendo. La situazione diventa a tal punto insopportabile che la vittima decide di interrompere la relazione amorosa, creando una grandissima

frustrazione nel narcisista maligno.



Da questo momento, la vittima torna padrona della propria vita, riacquista spazi, libertà, amicizie, passioni e si rimpadronisce di ciò che ha perso. Al contrario la vita del narcisista maligno sprofonda sempre più in una spirale fatta di depressione, rancore, ansia, apatia e moltissima rabbia.

Il narcisista non può accettare di aver perso il controllo sulla sua fonte del desiderio. Ciò che è di sua proprietà deve rimanere suo, non può allontanarsi senza il suo permesso. Ed è a questo punto che la ferita narcisistica diventa così potente e travolgente che il narcisista passa da ciò che considera l’oggetto del suo amore a ciò che deve essere eliminato perché non più controllato. Purtroppo ciò che accade in seguito è sotto agli occhi di tutti. Il narcisista maligno in modo lucido e calcolato organizza un piano per eliminare il suo “amore”, o meglio la sua “proprietà”. Con pazienza e freddezza organizza tutto e come è possibile leggere tra le carte giudiziarie che vedono come protagonisti questi soggetti, l’epilogo per le vittime è l’incontro con il loro carnefice e la realizzazione del nefasto piano tanto desiderato.

E come se non bastasse, questi soggetti, una volta catturati e posti davanti alla giustizia, non dimostrano alcun senso di colpa, disperazione o empatia, ma continuano a dimostrarsi freddi e distaccati. I narcisisti maligni infatti non hanno rimorso per ciò che hanno fatto. Ciò che fa la differenza che può cambiare le sorti della narrazione è la capacità della vittima di non entrare in contatto con il narcisista maligno una volta che la relazione amorosa è finita. Questo aspetto davvero difficile da mettere in pratica dato il legame che ancora esiste tra vittima e carnefice è invece il nucleo centrale per sopravvivere.



Mentre il narcisista continuerà a cercare scusanti per vedere la vittima, dimostrandosi nuovamente premuroso e pentito, la vittima dovrà essere ferma e forte non cedendo a nessun invito o senso di colpa. Il mon contatto è l’unica via che deve essere praticata per non cadere nella rete della manipolazione affettiva dei narcisisti maligni.

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