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Il giallo di Antonella di Massa, la donna trovata morta dagli inviati di "Chi l'ha visto?"


Il corpo di una cinquantunenne è stato ritrovato in un campo abbandonato di arance a pochi metri da dove è stata avvistata per l’ultima volta. Omicidio o suicidio?


Questa è la storia di Antonella di Massa. Una donna di 51 anni, casalinga, mamma di Alessia e Flavia, moglie di Domenico Raco, maresciallo dell’esercito. Vive ad Ischia, in località Casamicciola Terme. È una donna buona, altruista, semplice. Casalinga, con un passato da corista nella chiesa di Santa Maria Maddalena e un presente fatto di attenzioni rivolte alla famiglia. Chi la conosce la definisce un po’ fragile, con uno sguardo dolce e comprensivo.

Sabato 17 febbraio 2024, Antonella è a casa con le figlie, il marito si trova in Calabria. Si prepara, esce, si reca dal fruttivendolo e poi dal macellaio. Acquista anche un flacone di antigelo e rientra per riordinare la spesa. Scambia qualche battuta con Alessia e Flavia e poi riesce, con la sua Fiat Panda Bianca.

Le telecamere la immortalano che si allontana lungo la strada che costeggia la sua abitazione.

Tutto appare nella normalità se non fosse che le ore passano e di Antonella si perdono le tracce. Non risponde al telefono e la famiglia allarmata, fa scattare la macchina delle ricerche. Le forze dell’ordine, gli abitanti della zona e la famiglia iniziano a cercare Antonella, ma di lei nessuna traccia. Finalmente viene ritrovata la sua auto, parcheggiata a circa 11 chilometri di distanza, in località Succhivo. L’auto è chiusa dall’esterno, il cellulare invece si trova nell’abitacolo. Ma di Antonella nessuna traccia. Le uniche notizie arrivano da un paio di testimoni che la vedono aggirarsi vicino alla chiesa di Santa Maria Montevergine. Indossa un giubbotto blu con il cappuccio calato sulla testa, ha in mano un sacchetto azzurro e cerca di non farsi vedere da chi la incontra. Sono le ore 12:00 di sabato 17 gennaio.

Le ricerche continuano e la preoccupazione aumenta con il passare dei giorni. Arrivano unità cinofile, cani molecolari, droni, elicotteri. Si setacciano boschi, viottoli, grotte, angoli del reticolo di vie di quel piccolo borgo di pescatori. Ma Antonella non si trova. Svanita.




Qualche informazione in più arriva dalle telecamere, che rimandano frame in cui si vede la sagoma di una donna incappucciata, vestita come Antonella. Prima si allontana dal parcheggio dove ha lasciato la sua auto e ricomparire a distanza di qualche centinaio di metri. Ha ancora il cappuccio in testa nonostante la giornata mite, si muove avanti e indietro, guarda in un cestino, entra nel vicolo della Chiesa di Santa Maria, scompare dall’occhio delle telecamere e ricompare pochi minuti dopo nello stesso punto. Osserva intorno, pare incerta sulla direzione da prendere; ritorna nel vicolo della chiesa, lo imbocca e scompare dall’occhio delle telecamere. Il vicolo è lo stesso in cui è stata avvistata dai testimoni per l’ultima volta. Da allora nessuno la vede più. Nessun incontro, nessun movimento, nessuna telecamera la riprende ancora, nonostante la quantità di persone che sono arrivate per cercarla.

Le ricerche ufficiali si interrompono il 23 febbraio, ma tutti continuano a scandagliare Succhivo per trovare la casalinga di Casamicciola Terme.

Mercoledì 28 febbraio, Francesco Paolo del Re, giornalista del programma “Chi l’ha visto?” e l’inviato Marco Monti, decidono di ripercorrere quei pochi metri in cui Antonella viene avvistata per l’ultima volta, cercando di ricostruire quanto accaduto.

Il vicolo è costeggiato da muretti che tracciano i confini di agrumeti e proprio qui, dove Antonella è stata avvistata per l’ultima volta, decidono di non lasciare nulla di intentato e di entrare in una porta scardinata, di un azzurro slavato dal tempo, che tante volte avevano superato. Percorrono qualche metro tra l’erba, le arance che punteggiano il terreno e gli alberi, ed ecco.


Antonella è lì. Si trova in posizione supina, con un sacchetto nero nella quale è infilata fino al bacino. Ha un tubicino nero intorno al collo, un flacone in mano ed alcuni graffi sulla guancia sinistra.


Le ricerche sono finite. Antonella è stata ritrovata. Ora è necessario capire cosa le sia accaduto.

Vengono chiamati i Carabinieri, il luogo viene isolato, il medico legale arriva. Da una prima analisi Antonella potrebbe essere morta fino a 48 ore prima del ritrovamento.

Ma dove è stata la casalinga di Casamicciola Terme per ben 11 giorni? Si iniziano a fare diverse ipotesi.

Si ricostruisce la vita di Antonella. Gli interessi, le amicizie, le abitudini, le frequentazioni. Si cerca di scandagliare la sua vita alla ricerca di un qualcosa che possa far capire cosa le sia accaduto.

Non emerge nulla di particolare. Antonella è una donna semplice e abitudinaria.

Tra le notizie che si rincorrono inizia ad emergere la possibilità che si sia suicidata. Anche la Procura apre un fascicolo per “Istigazione al suicidio”.

La famiglia si oppone e cerca la verità. Impossibile che Antonella, solare e disponibile abbia deciso di porre fine alla sua esistenza, ed impossibile pensare che “qualcuno” possa averla indotta. Eppure la Procura si muove in questa direzione.


Ma allora cosa è accaduto ad Antonella?

Per cercare di dare una risposta plausibile, è necessario ripercorrere i fatti, analizzandoli in modo oggettivo, evitando di fare supposizioni o costruzioni molto lontane da ciò che si ha a disposizione.

Questo perché la maggior parte delle volte, le risposte si hanno davanti agli occhi. L’importante è guardare le tracce nell’insieme e per chi si occupa di psicologia applicata all’ambito forense, è fondamentale entrare nelle dinamiche mentali della vittima per comprendere il suo vissuto.

Antonella arriva a Succhivo sabato 17 febbraio. Lascia la macchina ed imbocca il viale che la conduce alla chiesa di Santa Maria Montevergine. Testimoni e telecamere la vedono intorno a mezzogiorno nello stesso vicolo su cui si affaccia l’agrumeto dove verrà ritrovata priva di vita. Nessuno la vede più e nessuna telecamera registra i suoi movimenti da quel momento in poi. Dalle ricerche effettuate tramite i cani molecolari, è possibile ricostruire alcuni movimenti che la donna compie dopo queste ultime riprese. Antonella, sola, incappucciata in una giornata mite, con in mano un sacchetto azzurro, senza cellulare, prosegue ed arriva al Belvedere, dove le sue tracce vengono fiutate dai cani molecolari.

Qui viene anche ritrovato un sacchetto con alcune banane, che sembrano appartenerle. Poi è plausibile pensare, che abbia deciso di tornare indietro e di riprendere il vicolo da cui è arrivata e di entrare nell’agrumeto. Il comportamento di Antonella è infatti compatibile con chi presenta uno stato di malessere, probabilmente celato ai suoi cari, ma forte e profondo nella sua interiorità. Improbabile la presenza di qualcuno che l’abbia aiutata. Antonella è arrivata a Succhivo, si è mossa tra i vicoli ed è stata avvistata sempre da sola. Nessuno con lei. Mai. Lo dimostrano le immagini delle telecamere e le testimonianze. Purtroppo i movimenti di Antonella, si sono svolti in quella manciata di minuti in cui è stata vista e probabilmente la sua vita si è spenta proprio in quei momenti. Inoltre, con il dispiegamento di persone e mezzi presenti in quei giorni a Succhivo, come è possibile che nessuno l’abbia vista?

Undici giorni, nascosta. Diventa davvero difficile pensare che una donna come Antonella, esile e con diversi problemi di salute, possa essere rimasta nascosta da qualche parte, senza mai essere vista, ne fiutata dai cani molecolari.

Al contrario il luogo dell’ultimo avvistamento è davvero vicino a quello del ritrovamento.

Allo stesso modo è davvero faticoso immaginare come abbia fatto a nutrirsi per tutto quel tempo, dato che le immagini la ritraggono con un sacchetto semivuoto. Lo stesso marito, nel corso di un’intervista rilasciata al programma “Chi l’ha visto” in data 13 marzo 2024 ha affermato:


“…non era in condizioni fisiche di stare una notte all’aperto, figuriamo undici. Stiamo parlando di una casalinga che la settimana prima dell’allontanamento ha avuto una sciatalgia abbastanza forte, è rimasta per giorni immobile ed era ancora infiammata. Stiamo parlando di una casalinga che aveva unghie dei piedi infiammate. È stata tre mesi con le creme per cercare di curare le unghie. Se penso a tutto questo è impossibile che Antonella sia rimasta 11 notti all’aperto. Poi c’è stata una macchina di ricerca numerosa. Come può, nelle sue condizioni aver giocato a nascondino?”.



Ed infatti Antonella non ha giocato a nascondino. Il quadro più plausibile, che maggiormente si avvicina a quanto può essere accaduto, è quello di una donna sensibile e disponibile, ma allo stesso tempo molto fragile. Lo dimostrerebbe anche un biglietto ritrovato a casa, nel quale sfoga la sua sofferenza esistenziale.

Anche il luogo del ritrovamento, dismesso e isolato, fa pensare al desiderio di nascondersi, di annullarsi, di scomparire dagli occhi del mondo, modalità compatibile con uno stato depressivo.

Inoltre, il fatto di non essere stata ritrovata durante le ricerche non significa che non fosse in quell’agrumeto fin dal 17 febbraio. Molti casi di cronaca, dimostrano che spesso, le vittime si trovano in prossimità del luogo dell’ultimo avvistamento. Lo dimostrano i recenti casi di Liliana Resinovich e

di Andreaa Rabciuc, solo per citarne alcuni. Spesso le storie sono più semplici di ciò che si immagina e la soluzione è in prossimità di chi la cerca. È giusto formulare tutte le ipotesi possibili, ma in questa vicenda non ci sono elementi che allontanano dalle ipotesi fin qui formulate. Vedremo se effettivamente i risultati dell’autopsia e quelli tossicologici attesi per le prossime settimane concordano con questa analisi fattuale.

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