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Valtellina, ragazzi travolti dal treno in corsa. Ipotesi della prova di coraggio.

Nel tardo pomeriggio di domenica si è consumata una tragedia che ha visto coinvolti due minorenni. Ajeti Meriton, nato in Kosovo, e Manuel Gabriel Tejada Reyes, di origini sudamericane, hanno perso la vita travolti da un convoglio alla stazione di San Pietro Berbenno, in Valtellina.

I due giovani di 15 e 17 anni avevano trascorso il pomeriggio insieme ad alcuni coetanei al luna park tradizionalmente allestito in questo periodo. Successivamente, si sarebbero diretti presso la stazione ferroviaria per rientrare a casa, a Sondrio. Secondo una prima ricostruzione, i due avrebbero camminato lungo la statale e poi scavalcato il muretto, a pochi metri di distanza dal sottopasso pedonale che consente di raggiungere i binari in sicurezza. Durante il passaggio sulle rotaie, il treno diretto a Milano Centrale è piombato loro addosso a oltre cento chilometri all’ora. Per i due ragazzi non c’è stato nulla da fare. Il macchinista, in stato di choc, avrebbe raccontato di esserseli trovati improvvisamente davanti, riuscendo ad arrestare la marcia solo 150 metri dopo il punto dell’impatto. L’esatta dinamica dell’incidente è tuttora in corso di accertamento, mentre la Polfer sta raccogliendo le testimonianze degli amici delle vittime. Una delle prime ipotesi degli investigatori è che dietro il gesto degli adolescenti ci sarebbe stata una sfida, in voga oggi tra molti ragazzi, ossia attraversare le rotaie un attimo prima che arrivi il treno. La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.


Il Direttore del Centro Studi Scienze Forensi, Alessandro Spano, dichiara:

“Ci troviamo davanti un contesto di profondo disagio giovanile o è semplicemente un gioco incosciente finito tragicamente? Non credo che rispondere sia fondamentale, se non nella misura in cui abbiamo l'obbligo di interrogarci su cosa poter fare di più perché 2 ragazzi di 15 e 17 anni non trovino affascinante l'idea di rischiare di perdere la vita per mezzo di un semplice gioco. Probabilmente possiamo fare poco o nulla, o forse anche poco e qualcosa. In questo Paese dove le Istituzioni purtroppo ancora fanno una grande fatica a dialogare tra loro, sarebbe utile e forse non troppo faticoso creare reti, o anche rendere più fitte le reti esistenti tra gli operatori che si occupano di coinvolgimento degli adolescenti in attività extra scolastiche che portino valore aggiunto alla loro maturazione. Attività a misura dell'interesse reale che un adolescente può provare e non commisurate all'interesse di chi tali attività le organizza. Ecco, forse questo "poco" funzionerebbe se i ragazzi trovassero più interessante e coinvolgente qualcosa di decisamente più sano che tentare di schivare un treno all'ultimo momento.”

A cura di

Sofia Paitosky


Fonte:





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