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Delitto di Avellino: uomo ucciso perché contrario alla relazione della figlia

Aldo Gioia, 53enne, è stato ucciso con 14 coltellate nella tarda serata di venerdì 23 aprile.

Il responsabile è un giovane 23enne, Giovanni Limata, fidanzato della figlia della vittima, Elena Gioia. I due giovani avrebbero pianificato di uccidere l’intera famiglia di lei perché contraria alla loro relazione, essendo il 23enne un pregiudicato e tossicodipendente. Il ragazzo, intorno alle 23, è entrato nell’abitazione con l’aiuto di Elena e ha aggredito la vittima con molteplici pugnalate al torace e all’addome. Spaventato dalle urla della moglie, il giovane è scappato insieme alla fidanzata 18enne, non riuscendo a realizzare il piano. I due sono stati ritrovati dalla polizia durante la notte.

Subito dopo l’arresto la coppia ha confessato l’omicidio e l’intento di sterminare l’intera famiglia. Gli inquirenti hanno analizzato diversi messaggi che Giovanni ed Elena si sarebbero scambiati qualche ora prima, confermando la premeditazione.

Durante l’udienza di convalida dell’arresto i due complici si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Al momento sono detenuti nel carcere di Avellino con l’accusa di omicidio volontario premeditato.


Il Direttore del Centro Studi Scienze Forensi Alessandro Spano dichiara:

”Purtroppo questo omicidio è il chiaro specchio dei valori di certe parti della società, dove ai valori di coesione familiare sono subentrati sentimenti quale l’opposizione a tutti i costi e l’odio reattivo quando non si è d’accordo.
Sulla mancanza di valori parlo del caso in questione di cui non conosco tutti i dettagli, ma generalmente i primi responsabili della mancanza di dialogo e accordo all’interno della famiglia sono proprio i genitori.
Se la propria figlia infatti, decide di dare mandato al proprio fidanzato balordo di sterminare la famiglia, sorge più di qualche interrogativo sui valori che passano da quelle parti.”


A cura di:

Sofia Paitosky

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